Racconto
vincitore dell'edizione 2008 di Francesco
Perotti
- Buenas
tardes, senor!
L’uomo
magro e allampanato se ne stava corrucciato in un angolo. Sobbalzai
sul divano, impaurito.
-
L…lei chi è? C…come ha fatto a entrare?
-
Davvero non mi riconoscete? Eppure un tempo ero di casa.
E
allora mi alzai per osservarlo meglio. Pallido, emaciato, gli occhi
spiritati, i baffi folti, la barbetta caprina, la corazza arrugginita,
la celata ammaccata…mi ricordava qualcuno.
-
Don Chisciotte! – esclamai sorpreso.
Il
suo viso si ammorbidì; lo sguardo, da torvo che era, si raddolcì.
Accennò ad un inchino.
-
Vedo, senor, che non mi avete dimenticato.
-
E come potrei, compagno mio d’infanzia! Che posso fare per te,
cavaliere? Perdonami il tu, ma eri di famiglia.
Sorrise
l’hidalgo e in quel sorrise mi sembrò di cogliere un poco
di mestizia.
-
Ho portato con me delle persone. Se permettete le faccio entrare.
Ero
confuso, stordito. Lui prese il mio impaccio per un consenso e aprì
la porta che dava nello studio. Restai annichilito. Ad uno ad uno li
vidi sfilare nella stanza: D’Artagnan, Ivanhoe, Huckelberry, Cyrano,
Robin Hood, Tom Sawyer. I miei eroi di un tempo.
-
Amici miei, che onore che mi fate! – avevo un nodo in gola
Poi
entrò lui, dritto come una quercia, la faccia sfregiata, il passo
traballante.
-
Capitano, mio capitano – lo salutai con calore.
Acab
non disse nulla e si unì agli altri.
-
Senor, noi ce ne andiamo – riprese Don Chisciotte – Non
è più il nostro tempo. Volevamo salutarvi.
-
Che significa?
Il
mio entusiasmo andava scemando che qualcosa mi pareva d’intuire.
-
Significa, monsieur, - intervenne Cyrano – che noi siamo finiti/che
oggi non contiamo, che ci sono altri riti/Dov’è più
la virtù, la cortesia, la cultura?/Quasi che la tua gente ne
avesse fatto abiura/Tutto è volgare e laido, gli eroi son manigoldi/e
se devi sognare, sogni arroganza e soldi/Come potete essere cervelli
da cannone?/Ma forse tutto parte da quello scatolone/ (Cyrano indicò
il televisore)
Così
noi vi lasciamo pur con dolore immenso/che la nostra esistenza oggi
non ha più senso
-
No! – gridai – Chi fu a dire - mi rivolsi a Cyrano –
della stupidità, della viltà e della menzogna: “Io
so che alfine sarò da voi disfatto, ma questo non importa, io
mi batto?”.
Cyrano arrossì.
-
Amici miei non ci potete lasciare. Voi rappresentate quello che ormai
non c’è più. Il coraggio, la lealtà, la generosità,
la ribellione, la libertà di pensiero, e perché no, l’avventura
, il sogno.
Parve
il silenzio interminabile.
-
Senor, – lo interruppe Don Chisciotte _ mi dispiace. Sono stanco
di lottare contro i mulini a vento.
Siete
stato un buon amico ma ora dobbiamo andare.
Le
loro figure cominciarono a sbiadire.
-
No! – urlai – Non potete!
Mi
risvegliai tutto sudato. La notte era già calata. Dal televisore
acceso qualcuno sbraitava:
-
A lasciare l’isola è…