L’orologio
Giorgio Diaz
Far presto…
nella foga impazzita
si consuma la vita.
Il tempo non è questo,
è l’orologio
che scandisce le ore,
il letto col tuo odore
l’anima che si spande
in cerca di un colore,
che misura
col suo metro impalpabile
il passo della noia,
il gusto ed il sapore
dei giorni appisolati
che la lingua ed il palato
non sanno raccontare.
L’orologio non ha
che le lancette,
non da forma
agli sguardi
che pigri si accavallano
o passeggiano inquieti,
non illumina il tempo;
e la distanza,
avara dei tuoi baci,
gocciola senza posa
sugli attimi fugaci
che illudono i respiri
spensierati
gonfi di un’aspra gioia.
L’orologio si ferma
apposta o per errore:
se non svegli le ore,
io ruberò i minuti
e ne farò una scorta,
ripostiglio di quiete,
rimedio alla stanchezza,
per darti una carezza.