PREMIO LETTERARIO PANCHINA

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123 pp. - 12 euro


EDIZIONE 2010
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Strega sarai tu

di Katia Brentani

Provate voi a dormire poche ore fin dalla tenera età per ottenere l’effetto “occhiaie profonde” e vi accorgerete di essere pervase da un sottile filo di nervosismo.
Per non parlare poi dei vestiti, color nero notte, che siamo costrette ad indossare e rendono la nostra pelle emaciata.
Loro dormono serene in culle ornate da fronzoli e si svegliano al canto degli usignoli.
Eppure senza di noi le favole non esisterebbero.
Biancaneve senza la strega cattiva perderebbe il fascino della vittima designata.
Anche se ho sempre creduto che raggirare Biancaneve fosse facile come rubare le caramelle a un bambino.
Confessate serenamente: avreste mangiato la mela avvelenata?
Porto più rispetto ad Hansel e Gretel, in fondo si tratta di bambini e hanno dimostrato astuzia e coraggio.
Credete forse sia semplice recitare il ruolo della strega cattiva? Richiede preparazione e una giusta dose di fantasia.
Il ruolo che interpretano loro, quelle finte timide, è molto semplice: piangere, svenire, essere salvate.
Perché una principessa che si rispetti viene sempre salvata e sempre, rimarco sempre, sposa il principe azzurro.
Per noi streghe cattive morte, esilio, scherno e ortaggi lanciati dalla folla.
Ma è il mio ruolo e lo interpreto al meglio.
Assaporo la tensione che cresce attorno, mentre preparo la pozione magica.
Il pubblico, nervoso, si agita sulle sedie e un silenzio carico di cattivi presagi scende nella sala.
Ho catturato la loro attenzione con la mia voce rauca, le risatine sinistre, le mani protese verso la vittima come artigli.
Qualcuno trattiene il respiro, altri nascondono il volto fra le mani.
E’ l’istante del mio trionfo personale, anche se effimero.
Lui arriverà è certo e salverà la bella.
E in quel momento sarò solo una brutta vecchia da riempire di ortaggi e risate di scherno.
Nessuno piange se veniamo gettate in un dirupo, divorate dalle fiamme o scompariamo nel buio della notte.
E’ quello che sta accadendo a me in questo momento.
La principessa e il principe intenti a festeggiare in qualche locale alla moda insieme alla corte adorante e io che cammino, avvolta nel mio cappotto nero, con il cappuccio ben calato sulla testa.
Non indosso tacchi alti, la natura non ha donato a noi streghe rosei piedini, ma piedi forti da arrampicatrici di montagne impervie.
Eppure questa sera mi tradiscono, inciampo nel marciapiede Sto per rialzarmi imprecando quando una mano si protende verso di me.
“Si è fatta male, signorina?” la voce risuona rauca, ma gentile, anche se almeno due note sopra il tono normale.
Mi alzo per osservare il mio soccorritore.
Lui è immenso, una montagna di muscoli e un volto scolpito nella pietra.
Se digrigna i denti e urla con il tono di voce che si ritrova sono certa incuta paura, anzi terrore.

Ora però sorride, un sorriso tenero che si propaga agli occhi.
Eppure sta fissando il mio viso: il naso adunco, i capelli ispidi come saggina di scopa, le guance incavate.
“Ha degli occhi bellissimi” mormora, almeno quella era la sua intenzione, immagino.
Nessuno ha mai trovato i miei occhi color melma bellissimi.
Sorrido, provando uno strano calore in tutto il corpo e un senso di benessere.
“Ti accompagno a casa” propone “ a quest’ora di notte è pericoloso percorrere queste strade da sola”.
Trattengo una risata di scherno e la frase che la principessa perfettina pronuncerebbe: “Cosa può mai accadere alla strega cattiva!”.
Il mio passo si armonizza al suo. E’ servito a qualcosa avere piedi grandi da arrampicatrice di montagne impervie.
“Guarda una stella cadente” il suo dito indica il cielo “esprimi un desiderio”.
Chiudo gli occhi ed esprimo un desiderio non propriamente da strega.
“Ho già espresso il mio “ confessa e come d’incanto nella sua mano è comparso un grosso pezzo di cioccolata fondente.
“Il mio dolce preferito” mi informa e con facilità stacca un quadretto e me lo porge.
Anch’io amo la cioccolata fondente.
Non ha fronzoli. Ti conquista così, con il suo aspetto semplice e il gusto un po’ amarognolo.
“Sai perché la amo?” dice lui e mi sorride di nuovo.
“Chi?” mormoro, confusa.
“La cioccolata!” ride lui “perché è senza maschera, semplice e squisita al tempo stesso, come te”.
Sento le guance bruciare e cerco una frase cattiva per guastare l’atmosfera, ma non la trovo.
Strano è il mio mestiere e lo esercito a meraviglia.
Lui non sta bleffando, non mi deride, il suo sguardo è sincero e il mio cuore galoppa felice.
“Guarda papà la strega cattiva con il gigante buono!” grida una bambina tutta boccoli biondi e boccuccia di rosa.
Certamente una delle tante fans della principessa perfettina.
Le lancio uno sguardo di benevolenza, mentre il mio gigante buono mi aggiusta il cappuccio sulla testa.
“Mi dispiace piccola” penso, estasiata “questa sera strega sarai tu”.

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