PREMIO LETTERARIO PANCHINA

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123 pp. - 12 euro


EDIZIONE 2009
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Sogno di un mancato risveglio

di Francesco Dellisanti

 

Aprii gli occhi con la sensazione di aver dormito senza interruzioni. Al mio fianco il letto era vuoto. I. si era già alzata. Doveva essere tardi o forse un giorno di festa. Mi alzai in un buio immobile. L’aria era fredda. Attraverso il corridoio andai nella cameretta e toccando il materasso mi accorsi che anche G. non era nel suo lettino. Tutte le stanze erano vuote. Possibile che fossero già uscite? Senza avvertirmi? Senza alcun rumore? La sala era buia e nonostante i miei sforzi non riuscivo a trovare l’interruttore della luce. Una densa nebbia nera era incollata agli occhi. Aprii la porta e uscii sul pianerottolo con la speranza di aggrapparmi a qualche spiraglio di luce. Mi accorsi di essere in pigiama e di non avere le chiavi per rientrare. Spinsi la porta con violenza e in quel momento aprii gli occhi. Il buio e il silenzio assoluto che riempivano la stanza mi suggerivano di aver sognato. Il sogno era confermato da I. che al mio fianco dormiva con respiro cadenzato. Mi alzai. In bocca sentivo il sapore caldo e molle di quel sogno appena finito. Anche G. dormiva. Non accesi la luce. Il suo respiro accelerato mi bastava per capire che dormiva tranquilla. Mi aggirai per le stanze avvolto dal buio. Nessuna luce filtrava dall’esterno. Pensai a un black out generale. Quel buio era opprimente. Desiderai la leggerezza della luce di primo mattino. Afferrai quel briciolo di realtà che autentica i sogni, andai nella mia stanza e cominciai a scuotere con violenza il mio corpo. Aprii gli occhi bagnati del sudore freddo di un incubo. Ero sveglio e mi rendevo conto di aver fatto due sogni, uno dentro l’altro. Guardai al mio fianco I. Dormiva. Come ogni notte. Come prima nel sogno. Già. E se anche ora stavo sognando? E se anche pensare di aver sognato era parte di un sogno? La realtà e il sogno si confondevano nel buio denso della stanza. Quello stesso buio, così penetrante e opprimente mi confermava che forse ero nuovamente in un sogno. L’unica possibilità era chiamare I. Se mi avesse risposto con chiarezza, magari arrabbiandosi per averla svegliata inutilmente, allora ero sveglio. E se invece non si fosse svegliata? Probabilmente I. si sarebbe spaventata, avrebbe farfugliato qualcosa e in un tenue sonnambulismo e mi avrebbe ignorato. Proprio come in un incubo. Questa possibilità mi atterriva. Potevano queste razionali riflessioni far parte di un sogno? Mi alzai. Tutto intorno a me era buio. Nel suo lettino G. dormiva. Dovevo svegliarla. Mi avrebbe guardato. Mi avrebbe chiesto l’acqua. Poi sottovoce avrebbe chiesto di spaventarle la paura. La paura del buio. Proprio quel buio che io adesso non riuscivo a staccare dai miei occhi. Come potevo tranquillizzare mia figlia quando io stesso avevo terrore di quel buio che non accennava a dissolversi? Come avrei potuto dirle che il buio era parte della vita. Di quella vita che fuori continuava a muoversi, con le luci gialle dei lampioni e le macchine che scuotevano i tombini e il passaggio metallico del treno portato dal vento. Come potevo rassicurarla sapendo invece che tutto questo era stato inghiottito dal buio? Svegliandola avrei solo materializzato le sue paure. Ero in trappola. In trappola di quel buio denso e appiccicoso. Di quel silenzio assordante. Di quella pesante immobilità. Tornai a letto. Pensai che se fossi stato sveglio mi sarei addormentato. Se invece stavo facendo un sogno, lo avrei continuato addormentandomi in un sogno in cui ero sveglio. Mi avvolsi in me stesso. Tremavo. Il buio della stanza si confondeva con il sopraggiungere del sonno. Cominciai a rilassarmi. Mi sarei addormentato e con la luce del mattino avrei sorriso a quella strana notte. Sentivo il mio corpo diventare sempre più caldo. Sempre più pesante. Come quel buio. Sentivo il mio corpo sprofondare nel materasso e la coperta diventare leggera. Dolcemente mi abbandonavo precipitando nell’oblio del sonno. Poi di colpo spalancai gli occhi e in un lampo di luce accecante compresi che non mi sarei più svegliato.

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