PREMIO LETTERARIO PANCHINA

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Passim, premio panchina

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123 pp. - 12 euro


EDIZIONE 2009
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Gelato alla menta

di Katia Brentani

 

Ok, lo ammetto quando hai detto “a me il gelato piace in modo particolare” mi sarei dovuta insospettire.
La mia natura fiduciosa ha ignorato i campanelli d’allarme e ti ho seguita al tuo albergo.
Lavori in banca e questo per mia madre è un punto a favore. Hai i capelli corti e nessun orecchino al lobo né destro né sinistro e anche mio padre avrebbe votato per te.
Ti ho scodinzolato dietro fiduciosa anche se non ho capito perché invece di due coni al gusto puffo e amarena o cioccolata e panna hai ordinato un chilo di gelato alla menta. Gusto che detesto.
E ora camminiamo con circospezione lungo il marciapiede tentando di scansare la gente che si riversa in spiaggia.
Ho pensato che forse ami, come la mia amica Marina, mangiare il gelato direttamente dal barattolo.
Lei usa il cucchiaione del minestrone per sbavarsi mezzo chilo di gelato allo yogurt con fragoline.
Arrivati in albergo hai ignorato i tavolini della hall e ti sei diretto in camera con me alle calcagna che ti osservavo, perplessa.
Il gelato alla menta inizia a cedere, formando rivoletti verdi sui pagliacci con palloncini che decorano il barattolo.
Ti ho sorriso imbarazzata quando hai chiuso la porta della camera.
“Togliti i sandali” la tua voce ha un tono roco e gli occhi brillano di una luce sinistra.
Fisso i miei piedi
Indosso un paio di pantaloncini corti, una maglietta senza maniche e gli infradito.
Quali sandali?
“Forse gli piace mangiare il gelato scalzo” penso, sbirciando il terrazzino alla ricerca di un tavolino inesistente.
“Vuoi mangiarlo a piedi nudi?” azzardo.
“Mangiarlo?” ti stupisci, emergendo per un istante da quella specie di trance in cui sembri caduto “io odio il gelato, lo prendo alla menta perché rinfresca”.
I campanelli d’allarme questa volta suonano come l’ambulanza mentre trasportava nonna Flora all’ospedale durante l’attacco di cuore.
Mi alzo in fretta proprio nel momento in cui hai iniziato a spalmarmi la gamba con il gelato.
“Non ho fatto la ceretta per questo” penso, scappando come una lepre il primo giorno di caccia.
La hall per fortuna è deserta.

Mi chino e inizio a raccogliere con le dita il gelato alla menta che mi cola sulla gamba.
“Vuoi un fazzolettino di carta?”
Alzo la testa, un ragazzo con la divisa da cameriere, mi fissa ironico.
Vorrei dirgli che io non ho nulla da spartire con quel maniaco, che l’ho appena conosciuto e ha ragione mia madre quando afferma di non fidarsi degli sconosciuti. Ma poi penso che tutti gli amici sono ex sconosciuti.
“Io il gelato preferisco mangiarlo” ride il ragazzo, continuando a porgermi fazzolettini di carta.
“Ha visto troppe volte Nove settimane e mezzo” sibilo, maledicendo la mia amica Marina. Sostiene che faccio vita troppo ritirata, che non so mettermi in gioco, che prima di uscire con qualcuno lo sottopongo al terzo grado.
“Pure le radiografie” borbotto, continuando a pulire la gamba, che rimane appiccicosa.
“Vuoi qualcosa da bere?” domanda il ragazzo “io mi chiamo Mattia”
Nel trambusto non l’ho degnato di uno sguardo e devo ammettere che è proprio carino.
“Silvia” mi presento, porgendo la mano.
Odoro di menta come una pastiglia per la gola.
Intanto Mattia ha versato dell’acqua tonica con ghiaccio e limone in un bicchiere.
Bevo con avidità, lo ammetto, sono una pavida.
La trasgressione più trasgressione è stata dormire al cimitero del paese, una notte con i miei cugini, raccontandoci storie horror.
“Vieni a prendere un gelato con me questa sera, smonto alle dieci”
Osservo Mattia per vedere se mi sta prendendo in giro, ma non vi è ombra di scherno sul suo volto.
“In una gelateria?”
“La migliore” promette “a un classico tavolino con la tovaglia a fiori, ci sono anche le bolle di sapone per attirare i bambini e non solo quelli”
Sorrido, rilassata.
“Ora devo andare” lo saluto “ci vediamo stasera, ti aspetto al mio albergo, Costa Fiorita”
“So qual’è”
Sto già uscendo, ma mi giro come folgorata.
“Che gusto ti piace?” urlo.
“Puffo e amarena” risponde pronto.
Le anime gemelle esistono.

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