PREMIO LETTERARIO PANCHINA

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123 pp. - 12 euro


EDIZIONE 2009
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Cara Laly

di Marianna Bassi

 

Cara Laly,
sarò molto chiaro con te.
Come puoi immaginare non ho un bisogno impellente di sposarmi, me la cavo benissimo da solo, cioè, anche senza una moglie. Guadagno molto, non ho problemi familiari, nè parenti da accudire: mia madre è in ospizio, mio padre - come spero - è andato all'inferno e io sono figlio unico; per quel che riguarda il pranzo e la cena posso benissimo consentirmi una cuoca. Inoltre, ho un bel lavoro e la sera, quando ritorno a casa, non ho l'esigenza di sfogare la rabbia prendendo a calci una donna. Per finire, il sesso non mi manca: posso avere vecchie e giovani, preferisco le giovani, ma non disdegno le carni vecchie, se ben conservate.
Come ti dicevo, non ho la necessità di andare all'altare: è solo che arriva un momento nella vita in cui hai voglia di cambiare: un pò perchè a sessantanni cominci ad annoiarti e un pò perchè senti la fine più vicina e allora decidi di fare qualcosa per il prossimo.
In realtà, ho già dato molto al prossimo:ho tolto dalla strada decine di ragazzine - compreso te - e le ho dato lavoro e case con bagni e letti (sì il bagno è alla turca, ma non è il caso di formalizzarsi). Certo le ho messo a fare le puttane, ma non potevo mica assumerle come impiegate, la stragrande parte di voialtre è analfabeta! Che diamine!
Comunque, cara Laly, dagli occhi dolci e intensi e le tette enormi, ho pensato che è il momento di diventare padre: sei tu la prescelta come moglie e madre.
Voglio una figlia: deve essere bella, come te. La bellezza al giorno d'oggi conta eccome! Io ne sono provvisto per cui servi necessariamente tu per mettere al mondo qualcosa di buono: hai diciotto anni e un sedere da mozzare il fiato.
Insomma, cara Laly, con questa lettera ti comunico che ci sposiamo. Da domani puoi smettere di fare la puttana... Tra una decina di mesi la bambina deve nascere.
Ah! se dovesse venire al mondo un maschio so io come disfarmene.
Vieni a vivere da me (ti è andata bene perché l’appartamento è signorile). Avrai trecento euro al mese per la spesa e la pulizia della casa. Il matrimonio sarà celebrato a Roma , tra una settimana, nella chiesa di San Giovanni. La cerimonia sarà per pochi intimi, i tuoi familiari non sono graditi. Assolutamente è vietato l’ingresso a Hossein non sopporto i tossici, tanto più se sono negri.
Quel giorno indossa l’abito da sposa che ti ho mandato.

Ti bacio, Girolamo.

 

Ho alzato gli occhi dal foglio e ho sorriso nel mio abituale modo: rassegnata. Ho sciolto la coda di cavallo e ho indossato l’abito da sposa senza enfasi. Un piccolo brivido mi ha attraversato il corpo solo davanti allo specchio quando ho visto la seta bianca sfiorarmi i fianchi.
Poi ho salutato tutte le altre: nessuna sembrava particolarmente triste per la mia partenza.
Il giorno del matrimonio Girolamo mi ha accolto con cortesia e per la prima volata mi ha baciato sulle labbra. Il rinfresco è durato non più di un ora: abbiamo bevuto qualche bicchierino e io ho mangiato due fette di torta nuziale alle fragole anche se detesto le fragole. Quando siamo arrivati a casa di Girolamo ho iniziato a ridere come una matta: non per il vino, ma per l’abbondanza che c’era in quella casa. Mai visto niente di simile! Anche Girolamo ha iniziato a ridere con me.
Poi abbiamo fatto quello che c’era da fare. Ancora una volta Girolamo mi ha baciato sulle labbra ma la cosa mi ha disgustato perché sapeva di fragole.
Girolamo, per fortuna, dormiva quando è arrivato mio fratello Hossein.
Abbiamo svaligiato l’appartamento in silenzio per non disturbare. Ora siamo in treno, non so dove ci fermeremo.
Sono certa che Girolamo, quando, si è svegliato ha maledetto le puttane e il matrimonio.

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