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Cara
Laly
di Marianna Bassi
Cara Laly,
sarò molto chiaro con te.
Come puoi immaginare non ho un bisogno impellente di sposarmi, me la
cavo benissimo da solo, cioè, anche senza una moglie. Guadagno
molto, non ho problemi familiari, nè parenti da accudire: mia
madre è in ospizio, mio padre - come spero - è andato
all'inferno e io sono figlio unico; per quel che riguarda il pranzo
e la cena posso benissimo consentirmi una cuoca. Inoltre, ho un bel
lavoro e la sera, quando ritorno a casa, non ho l'esigenza di sfogare
la rabbia prendendo a calci una donna. Per finire, il sesso non mi manca:
posso avere vecchie e giovani, preferisco le giovani, ma non disdegno
le carni vecchie, se ben conservate.
Come ti dicevo, non ho la necessità di andare all'altare: è
solo che arriva un momento nella vita in cui hai voglia di cambiare:
un pò perchè a sessantanni cominci ad annoiarti e un pò
perchè senti la fine più vicina e allora decidi di fare
qualcosa per il prossimo.
In realtà, ho già dato molto al prossimo:ho tolto dalla
strada decine di ragazzine - compreso te - e le ho dato lavoro e case
con bagni e letti (sì il bagno è alla turca, ma non è
il caso di formalizzarsi). Certo le ho messo a fare le puttane, ma non
potevo mica assumerle come impiegate, la stragrande parte di voialtre
è analfabeta! Che diamine!
Comunque, cara Laly, dagli occhi dolci e intensi e le tette enormi,
ho pensato che è il momento di diventare padre: sei tu la prescelta
come moglie e madre.
Voglio una figlia: deve essere bella, come te. La bellezza al giorno
d'oggi conta eccome! Io ne sono provvisto per cui servi necessariamente
tu per mettere al mondo qualcosa di buono: hai diciotto anni e un sedere
da mozzare il fiato.
Insomma, cara Laly, con questa lettera ti comunico che ci sposiamo.
Da domani puoi smettere di fare la puttana... Tra una decina di mesi
la bambina deve nascere.
Ah! se dovesse venire al mondo un maschio so io come disfarmene.
Vieni a vivere da me (ti è andata bene perché l’appartamento
è signorile). Avrai trecento euro al mese per la spesa e la pulizia
della casa. Il matrimonio sarà celebrato a Roma , tra una settimana,
nella chiesa di San Giovanni. La cerimonia sarà per pochi intimi,
i tuoi familiari non sono graditi. Assolutamente è vietato l’ingresso
a Hossein non sopporto i tossici, tanto più se sono negri.
Quel giorno indossa l’abito da sposa che ti ho mandato.
Ti bacio, Girolamo.
Ho alzato
gli occhi dal foglio e ho sorriso nel mio abituale modo: rassegnata.
Ho sciolto la coda di cavallo e ho indossato l’abito da sposa
senza enfasi. Un piccolo brivido mi ha attraversato il corpo solo davanti
allo specchio quando ho visto la seta bianca sfiorarmi i fianchi.
Poi ho salutato tutte le altre: nessuna sembrava particolarmente triste
per la mia partenza.
Il giorno del matrimonio Girolamo mi ha accolto con cortesia e per la
prima volata mi ha baciato sulle labbra. Il rinfresco è durato
non più di un ora: abbiamo bevuto qualche bicchierino e io ho
mangiato due fette di torta nuziale alle fragole anche se detesto le
fragole. Quando siamo arrivati a casa di Girolamo ho iniziato a ridere
come una matta: non per il vino, ma per l’abbondanza che c’era
in quella casa. Mai visto niente di simile! Anche Girolamo ha iniziato
a ridere con me.
Poi abbiamo fatto quello che c’era da fare. Ancora una volta Girolamo
mi ha baciato sulle labbra ma la cosa mi ha disgustato perché
sapeva di fragole.
Girolamo, per fortuna, dormiva quando è arrivato mio fratello
Hossein.
Abbiamo svaligiato l’appartamento in silenzio per non disturbare.
Ora siamo in treno, non so dove ci fermeremo.
Sono certa che Girolamo, quando, si è svegliato ha maledetto
le puttane e il matrimonio.
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